Paternò

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Paterno'
05/04/2015



La domenica di Pasqua, la città di Paternò accoglie con trionfo il Cristo Risorto con la bandiera bianca, simbolo di Pace universale.

PATERNO'

20 Aprile 2014
PASQUA
GESU' RISORTO
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PATERNO'

3-5 Dicembre 2012


Festa di S.Barbara

Foto 3 Dic. 2012

Foto 5 Dic. 2012 1 parte

Foto 5 Dic. 2012 2 parte



La fondazione dell'odierna città di Paternò viene fatta risalire all'epoca anteriore a quella greca, su un sito di origine vulcanica, che fu probabilmente abitato fin dall'età di Thapsos. Non si conosce l'origine del nome di  Paternò, sappiamo che nel periodo arabo si chiamava "Batarnù",in volgare del 1310, si cita invece l'aggettivo de Paterno.






L'edificazione della prima comunità paternese viene fatta risalire al X-XI secolo d.C., per merito degli abitanti di San File e Pregliano, due piccoli casali derivanti a loro volta dal più antico casale San Marco. Probabilmente il documento più antico in cui si fa menzione del paese è quello, proveniente da Oppido Mamertina (CZ) e datato 1188.Quello normanno Paternionis durante il quale ci fu un periodo di grande splendore economico e non solo per il fatto che re e regine la sceglivano come la loro sede.

Dopo i normanni arrivarono gli aragonesi e Paternò entrò a far parte della Camera Reginale istituita da Federico III. Nel XV secolo comincia il declino della città. In quel periodo arrivarono al potere i Moncada che la trasformarono in un feudo e ne segnarono la "fine".
Tra il 22 luglio e l'8 settembre del 1576, Paternò venne colpita da una grave epidemia di peste che causò circa 70 decessi, e fu aperto un lazzaretto nella chiesa o nei locali annessi alla chiesa della Santissima Annunziata e un convalescenzario in quella di Sant'Antonio abate[63], dove gli infermi erano curati da dei medici mandati dalla principessa Aloisia de Luna, moglie del principe Cesare Moncada[64].
Per chiedere la protezione da questa grave epidemia che causò tante vittime, la popolazione paternese si rivolse in preghiera a Santa Barbara, che secondo la tradizione liberò la città dalla peste, e da allora divenne patrona della città.
Tra la fine dell'800 e l'inizio del '900 la città di Paternò fu invasa dalla malaria. Dagli anni '60 del XX secolo è iniziato lo sviluppo urbanistico della città che è cresciuta notevolmente fino alla fine del secolo. nuove strade, nuove piazze, nuovi edifici per una Paternò sempre più grande.

I 9 cerei o("varette"), che rappresentano le varie corporazioni cittadine sono:

Operai, chiamato anche dei Muratori o di S. Barbara, per il fatto che è l’ultima e precede il fercolo della Santa;
Contadini;
Commercianti, (anticamente dei “putiari do vinu”, cioè coloro che vendevano il vino);
Panettieri, (o Mugnai)
Dipendenti comunali, (un tempo dei macellai);
Pescatori;
Ortolani;
Camionisti, (un tempo dei carrettieri);
Massai.
Essi sono stati realizzati nel corso del XVIII secolo, inoltre sono delle vere e proprie opere d’arte in legno scolpito e indorato, che nel tempo sono diventati parte integrante della festa. Paternò vanta di avere il maggior numero di cerei in tutta la provincia dopo Catania.



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